Partendo da una visione piuttosto ampia e parecchio allargata delle varie tradizioni che identificano un paese ma più specificamente un popolo, è affascinante far un giro da nord a sud, da est ad ovest e notare come nel giro di pochi km di distanza possano esistere differenze talvolta minime e talvolta più sostanziali dei vari usi e costumi consolidati all'interno di una comunità.
Volendoci soffermare ai confini italici, facendo un rapido giro da regione in regione è facile constatare come esistano tradizioni diverse tra loro e che si son tramandate nel tempo da generazione in generazione.
Una delle ricorrenze, che fin da tempi antichi, è stata tra le più sentite e vissute è sicuramente quella che cade nel mese di novembre, "La ricorrenza dei defunti".
Con il passare del tempo, tale ricorrenza ha perso fascino ed interesse perché infilatasi in un processo di consumismo che la sta portando a perdere sempre più le vecchie usanze che tempo addietro la caratterizzavano.
Fortunatamente nel meridione le tradizioni sono ancora uno zoccolo duro che resiste nel tempo e proprio in Sicilia la ricorrenza dei defunti è molto sentita è viene vissuta come un momento di legame e di contatto con i cari defunti e l'intera famiglia.
Nel territorio ibleo, il primo ed il due novembre sono i giorni dei "morticini", durante i quali, tradizione vuole, si va a visitare i propri cari al cimitero omaggiando loro di un pensiero quale un fiore e/o un lumino in memoria del caro defunto.
Si racconta che nella notte tra il primo novembre ed il due i morti lascino le proprie sepolture ed in gruppo o da soli girino per la città a rubare cioccolato, dolci tipici, giocattoli, vestiti, scarpe, frutta secca, melograni, marmellate per regalarli ai proprio piccoli parenti che sono stati bravi durante l'anno ed hanno pregato per loro.
Per tale motivo che per i bambini è così grande l'attesa alla mattina del 2 novembre perchè potranno scoprire cosa i proprio "morticini" han portato loro durante la notte, difatti è tradizione lasciar una finestra aperta, per l'intera nottata, per permettere ai vari defunti di entrare in casa e lasciar in giro i vari doni che il giorno dopo renderanno felici i propri piccoli.
Era una mia abitudine scrivere alcuni giorni prima della ricorrenza, una letterina ai miei defunti che poi consegnavo ai miei genitori che avrebbero provveduto a spedirla, dove chiedevo i vari doni che avrei tanto desiderato ricevere e trovare la mattina del 2 novembre.
Trovo bello ed emozionante tenerle ancora conservate per poter rivivere dei ricordi del mio passato che non dimenticherò mai ed ecco perchè ne riporto una che ho scritto alla tenera età di 6 anni.
" Lettera a me sconosciuta e dall'indubbia esistenza"
Come non ricordare un'usanza della mia famiglia, che riunita a pranzo, si divide un pane fatto in casa, di piccole dimensioni, dalla forma tonteggiante con una croce sopra disegnata; Uso nostro è recitare una preghiera (quale il Padre Nostro e l'Ave Maria) prima che il pezzo di pane venga mangiato in rispetto dei propri defunti.
Purtroppo tale ricorrenza, come ho detto sopra, sta perdendo interesse agli occhi di tutti e considero un vero peccato che una tradizione come questa, che ha resistito per secoli e secoli, possa pian pianino perdersi per colpa di un appiattimento culturale.
Bisogna ricordarsi che tali tradizioni hanno sorretto le società del passato e che dovrebbero continuare a farlo; Confido che le generazioni future possano credere che un buon avvenire possa essere costruito usando come basi le tradizioni, gli usi e i costumi del passato.